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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:163|3|0]]bito la sorella, il Balli e i propri rimorsi! Fu una sorpresa per lui. In quei pochi giorni egli aveva dimenticato il colore di quei capelli che rendevano tanto bionda tutta la figura, gli occhi azzurri che ora veramente guardavano per indagare. Egli le fece un saluto breve che per voler essere freddo fu violento. Nello stesso tempo le aveva sgranati addosso gli occhi sì che, se ella stessa non fosse stata sorpresa e agitata, ella avrebbe potuto averne paura.

Sì! Ella era agitata. Aveva risposto al suo saluto confusa e arrossendo. Era accompagnata dalla madre e, fatti pochi passi, s’era voltata tanto verso la propria compagna da poter vedere anche dietro di sè. A lui parve di comprendere dagli occhi di lei ch’ella s’attendeva di venir avvicinata, e fu precisamente questo che gli diede la forza di passare oltre accelerando il passo.

Camminò per parecchio tempo senza meta, per tranquillarsi. Forse Amalia aveva veduto bene e il suo abbandono era stato per Angiolina la più energica delle educazioni. Forse ella lo amava ora! Camminando fece un sogno delizioso. Ella lo amava, lo seguiva, s’attaccava a lui, ed egli continuava a fuggirla, a respingerla. Quale soddisfazione sentimentale!

Quando ritornò in sè, il ricordo della sorella gli aggravò di nuovo il cuore. In quei pochi giorni il suo destino era divenuto più doloroso, tant’è vero che il pensiero d’Angiolina, che fino allora era stato tanto doloroso per lui, gli appariva un rifugio, per

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