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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:236|3|0]]un passo verso la finestra, per chiamare di là al soccorso, e infine, dimenticando che non era possibile di farsi comprendere da Amalia, si mise a parlarle per ottenerne la promessa che sarebbe stata tranquilla durante la sua assenza. Premendole dolcemente le coperte sulle spalle per significarle che doveva rimanere coricata, le disse: — Starai così, Amalia? Me lo prometti?

Ella oramai parlava di vestiti. Ne avevano per un anno e perciò non c’era da far spese per un anno intero. — Non siamo ricchi ma abbiamo tutto, tutto. — La signora Birlini però poteva guardarli dall’alto in basso perchè aveva di più. Ma Amalia era contenta che quella signora ne avesse di più, perchè le voleva bene. Il balbettìo continuava puerile e buono ed era straziante di udirla dichiararsi tanto lieta in mezzo a tante sofferenze.

Urgeva di prendere una risoluzione. Il delirio di Amalia non le aveva dato nè un gesto nè una parola violenta e, toltosi allo stupore da cui era stato colto sin dal momento in cui l’aveva trovata in quello stato, Emilio uscì dalla stanza e corse alla porta di casa. Avrebbe chiamato il portinaio, poi sarebbe corso da un dottore oppure dal Balli a prendere consiglio. Non sapeva ancora quello che avrebbe fatto, ma bisognava correre per salvare quella disgraziata. Oh, quale dolore ricordarne la compassionevole nudità!

Sul pianerottolo si fermò esitante. Sarebbe voluto ritornare ad Amalia per vedere se ella non avesse

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