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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:26|3|0]]quella che diceva era la parte più pericolosa. Ella stette ad ascoltarlo, servendolo muta e pronta a tavola acciocchè egli non avesse da interrompersi per chiedere una cosa o l’altra. Certo, col medesimo aspetto, ella aveva letto quel mezzo migliaio di romanzi che facevano bella mostra di sè, nel vecchio armadio adattato a biblioteca, ma il fascino che veniva ora esercitato su lei — ella, sorpresa, già lo sapeva — era del tutto differente. Ella non era passiva ascoltatrice, non era il fato altrui che l’appassionasse; il proprio destino intensamente si ravvivava. L’amore era entrato in casa e le viveva accanto, inquieto, laborioso. Con un solo soffio aveva dissipata l’atmosfera stagnante in cui ella, inconscia, aveva passati i suoi giorni ed ella guardava dentro di sè sorpresa ch’essendo fatta così, non avesse desiderato di godere e di soffrire.
Fratello e sorella entravano nella medesima avventura.
II.
Ad onta dell’oscurità, la riconobbe subito alla svolta del Campo Marzio. Per riconoscerla gli sarebbe bastato oramai di vederne procedere l’ombra con quel movimento senza ritmo perchè senza scosse, il