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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:45|3|0]]gente. — Ella mentiva perchè non era credibile che il Merighi, un commerciante laborioso, avesse conosciuto quei giovinastri e quegli artisti o, pur conoscendoli, fosse andato a sceglierli per presentarli alla sua sposa.

Egli la guardò a lungo con uno sguardo inquisitore come se fosse stata la prima volta che la vedesse ed ella comprese la serietà di quell’occhiata; un po’ pallida guardava in terra e attendeva. Ma subito il Brentani ricordò quanto poco egli avesse il diritto di essere geloso. — No! nè umiliarla nè farla soffrire mai! — Dolcemente, per dimostrarle ch’egli l’amava ancora sempre, — egli sentiva che le aveva già manifestato un sentimento molto differente, — volle baciarla.

Subito ella apparve rabbonita ma s’allontanò e lo scongiurò non la baciasse più. Egli si sorprese ch’ella rifiutasse un bacio tanto significante e finì coll’adirarsene più che per quanto era successo prima. — Ho già tanti peccati sulla coscienza — disse ella seria, seria, — che oggi mi sarà ben difficile di ottenere l’assoluzione. Per colpa tua mi presento al confessore con l’animo mal preparato.

In Emilio rinacque la speranza. Oh, la dolce cosa ch’era la religione. Di casa sua e dal cuore d’Amalia egli l’aveva scacciata, — era stata l’opera più importante della sua vita, — ma ritrovandola presso Angiolina, la salutò con gioia ineffabile. Accanto alla religione delle donne oneste, gli uomini sul muro gli parvero meno aggressivi e, andandosene, egli ba-

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