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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:72|3|0]]
A Margherita doleva un piede e s’era subito seduta. Il Balli le si fece d’intorno abbastanza premuroso, e voleva non facesse complimenti, si levasse lo stivale. Ma ella non volle dichiarando: — Già qualche male ci dev’essere sempre. Questa sera lo sento appena, appena.
Come era differente da Angiolina quella donna. Faceva delle dichiarazioni d’amore senza dirle, senza tradirne il proposito, affettuosa e casta, mentre l’altra, quando voleva significare la sua sensibilità, si inarcava tutta, si caricava come una macchina che per mettersi in movimento ha bisogno di una preparazione.
Ma al Balli non bastava. Aveva detto ch’ella doveva levarsi lo stivale e insistette per essere ubbidito finchè ella non dichiarò che sarebbe stata pronta a levarsi anche tutt’e due gli stivali se egli avesse ordinato, ma che non le sarebbe servito a nulla non essendo quella la causa del male. Durante la serata ella fu obbligata parecchie volte a dare dei segni di sommissione perchè il Balli voleva esporre il sistema che seguiva con le donne. Margherita si prestava magnificamente a quella parte; rideva molto, ma ubbidiva. Si sentiva nella sua parola una certa attitudine a pensare; ciò rendeva la sua soggezione appropriatissima quale esempio.
In principio ella cercò d’annodare il discorso con Angiolina che si provava di stare sulle punte dei piedi per vedersi in uno specchio lontano e correggersi i ricci. Le aveva raccontato dei mali che l’af-