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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:80|3|0]]
Sarebbe stata sua! Non era così ch’egli aveva sognato il possesso, ma l’abbracciò anche lui con effusione e volle convincersi d’essere perfettamente felice. Senza dubbio, doveva esserle grato! Ella gli voleva bene, o meglio voleva bene anche a lui. Di che si sarebbe potuto lagnare?
D’altronde era forse quella la guarigione ch’egli sperava. Insozzata dal sarto, posseduta da lui, Ange sarebbe morta, e si sarebbe divertito anche lui con Giolona, lieto com’ella voleva tutti gli uomini, indifferente e sprezzante come il Balli.
V.
Come l’aveva detto il Balli, in causa d’Angiolina, fino a quella cena, i rapporti fra i due amici erano stati molto freddi. Di rado Emilio aveva cercato l’amico e non s’era accorto neppure di trascurarlo; l’altro poi se ne era offeso e aveva cessato di corrergli dietro, per quanto quell’amicizia gli fosse stata ancora sempre cara come tutte le altre sue abitudini. La cena tolse l’ostinazione a Stefano e gli diede invece il dubbio di aver offeso lui l’amico. Non gli erano sfuggite le sofferenze di Emilio, e quando si dileguò in lui il piacere di sentirsi amato da tutte e due le donne, piacere intenso, ma che durava una