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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Svevo - Senilità, 1927.djvu{{padleft:87|3|0]]femminili di una certa statura e di un certo colore, alte, alte, bionde, bionde. — Ho visto bene? — e rise, lieta che il Balli assentisse. — Tanto lunga, tanto bionda? — Non v’era niente di offensivo per Emilio in questa derisione. Ella era andata ad appoggiarsi a lui e gli teneva la bianca mano sulla testa, fraternamente.

Il Balli confermò: — Lunga come un soldato del re di Prussia, bionda tanto che può dirsi incolore.

Emilio rise, ma era ancora sempre col pensiero alla sua gelosia: — Basterebbe esser sicuro che non piaccia a te.

— È geloso di me, capisce, del suo miglior amico! — urlò il Balli indignato.

— Si può capire — disse Amalia mitemente e quasi pregando il Balli di usar indulgenza con l’amico.

— Non si capisce! — disse Stefano protestando. — Come può dire che si capisca una simile infamia?

Ella non rispose, ma restò della propria opinione con l’aspetto sicuro della persona che sa quello che si dice. Credeva di aver pensato intensamente, e perciò di aver intuito lo stato d’animo del disgraziato fratello; lo aveva percepito invece nel proprio sentimento. Ella era rossa, rossa. Certi accenti di quel colloquio echeggiarono nell’anima sua come il suono delle campane nel deserto; lungi, lungi, percorsero spazii vuoti enormi, li misurarono, riempiendoli improvvisamente tutti, rendendoli sensibili, distribuendovi abbondantemente gioia e dolore. Lunga-

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