< Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

Questa supposizione di Alchieri era tanto probabilmente giusta che Alfonso si meravigliò di non averla fatta lui prima. Ad Alchieri era stata suggerita dalla sua malizia, ma diveniva giusta per le circostanze note ad Alfonso. Che cosa d’altro poteva essere accaduto da mutare di tanto i rapporti fra Annetta e Francesca e il contegno di quest’ultima? Per quanto fosse naturale che Maller venisse incaricato di parlare con lui, il modo era stato insolito in quella banca ove non si era abituati a ricevere che ordini e anche quelli brevi, concisi, con tono e parole di ufficio. Gli era stato detto che Maller era donnaiuolo, ma non gli era venuto in mente la supposizione fatta da Alchieri, perché, anche saputo dei costumi di Maller, la sua casa gli era apparsa circondata da un nimbo che non vi lasciava penetrare delle passioni umane che la superbia e la vanità. Era stato difficile ad Alfonso d’immaginare l’amore in quelle stanze fredde, tenute per lusso, in gran parte non abitate, o meno ancora nella stanza coniugale di Maller ove, come gli aveva raccontato Santo, c’era ancora il letto della moglie, lasciato intatto dacché ci aveva agonizzato la giovine signora. Bastò però il sospetto di Alchieri, un uomo che in quella casa non aveva mai messo piede, per toglierle quel nimbo, e la fantasia di Alfonso la popolò di amori delittuosi, resi piú foschi dal lusso che li circondava. 

Gli sembrava un delitto la seduzione di Francesca agevolata di troppo dalla posizione subalterna di costei. Provò qualche cosa di simile alla gelosia al figurarsi quella figurina bianca e bionda gettata fra le braccia di quel freddo Maller, un’avventura che a lei ruinava la vita, a lui invece non costava niente e non aveva che il valore di un passatempo qualunque. 

Egli non comprendeva quale parte in questo romanzetto toccasse ad Annetta. Probabilmente aveva essa tentato di allontanare Francesca e non le era riuscito. 

Per la prima volta sognò di divenire l’amante di Annetta. La cosa gli pareva meno impossibile ora che la vedeva in mezzo a quelle tresche che non si curavano neppure di rimanere celate a lei; il sogno ne era reso piú fa-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.