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«Quello che io prevedeva è già accaduto o sta per accadere. Non so veramente con precisione a quale punto sieno giunte le trattative tra padre e figlia, ma queste trattative si fanno, giornalmente, e che siano già abbastanza avanzate ho la prova nel fatto che Annetta a me nulla ne dice. Suppongo che nel suo interno sia già d’accordo col padre, ma siccome fino a pochi giorni fa ella era ancora sinceramente vostra, può essere che si vergogni di avervi dimenticato del tutto.
«Subito dopo la vostra partenza, ella parlò a lungo col signor Maller il quale, a quanto me ne disse Santo che origliò, gridò molto, tanto che Annetta pianse, per la prima volta, credo, in sua vita. Poi, vedendo che con me ella non apriva bocca, io la guardai con aria di rimprovero che mi costò grande fatica come mi costa grande fatica tutto quanto faccio in vostro vantaggio. Annetta mi disse ch’ella vi amava sempre, ma che avrebbe avuto molto da lottare con suo padre per ridurlo ad accondiscendere alla vostra unione. Mi pregò perciò di scrivervi pregandovi di trovare un pretesto qualunque per rimanere piú a lungo nel vostro villaggio.
«Badate, Alfonso, ch’è un brutto indizio che non volle scrivervi direttamente. Accettai l’incarico e non vi scrissi nulla sperando di vedervi capitare inaspettato oggi ch’è trascorso il vostro permesso; io lo so bene perché contai i giorni. Non giungeste invece! Al primo vostro errore andate aggiungendo degli altri fino a ruinarvi. Vi scrivo per mandarvi un ultimo ammonimento. Forse partendo immediatamente arrivereste ancora in tempo, perché nulla ancora è perduto. Annetta esita, combattuta dal desiderio di compiacere al padre che adesso piange e scongiura, e dall’amore per voi, perché vi ha amato. Non garantisco di nulla ora, e al vostro arrivo potreste ricevere la comunicazione ch’ella è fidanzata a Macario. Non so se questa mia raggiungerà lo scopo per cui fu scritta. Feci con voi piú del mio dovere. Se ad onta di questo avvertimento esitaste a partire, sarebbe del tutto inutile che rispondiate o che scriviate ad Annetta. Da voi non attendo parole,