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i. u. tarchetti. xv

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Disjecta, 1879.djvu{{padleft:27|3|0]]certo non era scritto nè con la maniera del Boccaccio, nè con quella di Mons. della Casa. — Poveretti, quei buoni maestri! essi non sapevano che il discepolo, sgusciato di scuola, li aveva dimenticati, e non scriveva nè punto nè poco per essi!

Restavano gli artisti, questi malati d’amore, ed il popolo, questo indocile di scuole, i quali, più che ammirarlo, amarono il Tarchetti, perchè lo compresero e benedissero all’opera di lui, perchè sgorgata dal cuore, netta, pura, sincera come acqua di sorgente.

Aveva in animo di pubblicare una intera serie di romanzi tendenti tutti allo scopo di combattere la teoria degli eserciti permanenti; ma le esigente di quella che About chiama con una frase tristamente felice, letteratura alimentare, lo posero nella dura impossibilità di continuare.

A questa seconda epoca della vita di lui, epoca fortunosissima, noi dobbiamo i cinque

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