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Sono trascorsi molti giorni da quest’ultimo avvenimento. L’inverno, il triste inverno è succeduto all’autunno, la stagione severa e malinconica. Nulla fu definito per Luigi, e Paolina e Marianna, sebbene pensino a lui continuamente, e lo vedano una volta per settimana nella prigione alla presenza del custode, si sono rassegnate a viverne ancora disgiunte per qualche tempo; esse possono parlarne senza piangere, possono vederlo senza soffrire, e Marianna non dà più a temere per la sua salute.

Spesso a notte inoltrata, quando tutto è silenzio nella natura, e una pioggia lenta e malinconica batte contro i vetri della finestra, e la piccola fiamma del caminetto mormora e geme come una voce misteriosa e lamentevole, le due fanciulle occupate da lunghe ore al loro telaio, provano un sentimento di pace e di tranquillità indefinito; esse amano di ragionare dei loro affetti, del loro avvenire, e accarezzano volontieri quei sogni che tutti abbiamo fatto in quell’età, con maggiore o con minore potenza di fantasia, ma sempre colla maggiore potenza di fede che si abbia nella vita.

Se i loro bisogni non fossero inadeguati ai profitti del

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