< Pagina:Tarchetti - Paolina, 1875.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
138 paolina.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:138|3|0]] vine, povero, ruvido, grossolano, colle mani incallite, che vi lascierebbe morire di fame, se fosse vostro marito; accettate questo appartamento a quelle condizioni che vi furono già offerte da madama Gioconda, e per tutto il tempo che vorrete voi, fosse anche per tutta la mia vita....

Paolina non rispose, ma da tutte le fibre trapelava la sua indignazione.

— Giacchè è così, disse ancora il marchese alzandosi, mi sforzerò di perdonare la vostra ostinazione e la preferenza che date a quel giovine; ma passiamo almeno questa notte in allegria.... Via, asciugatevi gli occhi, avete degli occhi così belli, ed è peccato che li guastiate piangendo: vedete laggiù, nella seconda camera, abbiamo una cena suntuosa, dei pasticci stuzzicanti, delle frittole all’Ungherese, e dei pasticci di Strasburgo: aggiungetevi delle confetture di Biffi squisitissime, e uno Champagne legittimo di Lemour, che è il vino più generoso dell’universo. — Voi non sapete, mia cara Paolina, che cosa sia la vita, e come bisogni trarne profitto; siete bella e lasciate avvizzire la vostra beltà senza un piacere, avete in voi stessa un tesoro, e mendicate l’esistenza giorno per giorno al lavoro.... Via, accettate i miei suggerimenti, permettetemi anzi che ne tolga subito una ricompensa — e fece atto di abbracciarla.

— Oh! lasciatemi, lasciatemi, urlò Paolina respingendolo, uomo scellerato e crudele, mostruoso scellerato; guai se vi avvicinate, io farò della resistenza; io mi difenderò.... io diverrò feroce....

— Oh! per Iddio! la vedremo, gridò il marchese, e si

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.