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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:140|3|0]] era onesta, quella fanciulla è prostituta, qui sta il tutto: poteva essere felice, e l’avete resa miserissima, aveva una vita morale e l’avete spenta, aveva un’anima pura e l’avete contaminata, degli affetti e li avete delusi, una famiglia e gliela avete resa nemica.... Oh! chi può numerare quelle file immense, invisibili, che dal cuore d’una sola creatura si diramano per tutta una famiglia, per una parte vastissima della società, e che questo delitto ha potere d’infrangere, destinando all’isolamento e al disonore tanti esseri ch’erano nati per amarsi, e per godere del sentimento della loro integrità e del loro amore?
Non la Divinità, ma l’uomo stesso ha convenuto che il peccato dei padri sia scontato nei figli fino alla quarta generazione.
Pochi istanti prima del mattino, il marchese aprì l’uscio lentamente o ne spinse fuori Paolina sul ripiano, ripetendo con tuono enfatico, e inorgogliendosi di fare una citazione tutta allusiva al suo caso, le parole del Valentino: — Or va, e prega Dio e i santi.
Due domestici uscirono dalle porte laterali, portarono nell’atrio la ragazza svenuta, la collocarono in una carrozza senza stemmi, e dopo aver fatto molti giri per diverse vie, la deposero all’angolo della via dei Fiori Chiari.
— Che fa lì, quel domino nero, accosciato sulla neve? disse una maschera vestita da puch, che tornava dal ballo colla sua compagna.
— Digerisce alcune zerle di amarone. Vieni, vieni, non fermarti per questo; andiamo a passo di corsa, i miei cal-