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— Che tristi notizie mi recate, mio caro amico? disse il conte di F. al marchese di B. che entrava in quell’istante nella sua camera, mi avete una faccia tutta spaurita.

— Non lo credo, replicò l’altro, ma ad ogni modo ne avrei pure qualche buona ragione, se la mia anima fosse così debole da conturbarsene: le notizie più strane del mondo, mio caro conte.... indovinate!... quella ragazza, Paolina, quel prodigio di virtù, quella Lucrezia rediviva nelle sottane d’una semplice madamina, ha commesso la corbelleria di ammalarsi gravemente; anzi si è fitta in capo di morire, e, ciò che è peggio, non ha capito nulla di quel nostro piano strategico così ben riuscito, e vuole che io vada da lei per domandarmi la grazia del suo innamorato.

— Ah ciò è singolare! disse il conte; la sua ingenuità è veramente meravigliosa, e io non vorrei essere nei vostri panni per una corona; però, aggiunse dopo un momento, mi dispiace veramente ch’ella sia malata, perchè la è pure una gran bella ragazza, e le belle ragazze non dovrebbero mai morire; che ne dite?

— Sì, disse il marchese, sempre quando però non avessero ad invecchiare; ma lasciamo ora le digressioni; ho ben

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