< Pagina:Tarchetti - Paolina, 1875.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

paolina. 153

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:153|3|0]] altro a chiedervi, ed è che desidererei che mi accompagnaste in questa visita.

— Mi meraviglio, replicò l’altro, volete mettere ad un bel rischio la mia reputazione e la vostra. Immaginate tutto ciò che conseguirebbe dalla scoperta della nostra impresa, e non vi sarà nulla di più facile, se noi stessi andremo a costituirci in casa di quella ragazza.

— Nulla di tutto ciò, disse il marchese; essa si ostina anzi a tacere, e so per certo che nessuno le ha strappato il suo segreto.

— Come lo sapete?

— Dalla signora Gioconda.

— E chi vi ha pregato di andare da Paolina?

— Sempre la signora Gioconda, che è per metà convertita dalla morte imminente di quella fanciulla. Io stesso, vi dico il vero, mi sento un po’ turbato da questo fatto, e non avrei mai creduto che una prima lezione d’amore un poco violenta dovesse provocare delle conseguenze così fatali. Ma quella ragazza ha in sè qualche cosa di eccezionale, qualche cosa di unico; mi ricordo bene che in quella notte ha fatto tanto pregare e guaire che io fui a un filo di decidermi a rinunciare tutto, e a ricondurla in sua casa. Che? Voi mi guardate stralunato? Avreste forse l’aria di corbellarmi?

— Nulla, nulla, disse il conte, mi congratulo con voi di questo sentimento.

— Sia pure; ma io non accetto le vostre congratulazioni, replicò il marchese, perchè non vorrei obbligarmi ad evi-

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.