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paolina. 155

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:155|3|0]] sibile e d’una freddezza esente da passioni, racchiudono un’anima delicata e sensibile, aperta agli affetti della famiglia, capace delle più grandi virtù e dei più nobili sacrifizî. I rigidi lineamenti del suo volto, la sua alta statura, le sue antiche abitudini di commercio, contribuivano a darle aspetto quasi virile e modi franchi e sdegnosi di popolana; ma il suo cuore era la parte più eletta di lei, la sua tenerezza sentiva spesso del cielo; e poi ella era madre, e difficilmente il cuore di una madre è cattivo: è la sola maternità che ha divinizzato la donna.

Spesso un volto gentile solcato dalle lacrime arresta e colpisce la nostra immaginazione, più che non ne commova il cuore o la mente, perchè la gioventù ama di folleggiare col dolore, e non ignora ch’esso la sfugge, e che difficilmente il mattino della vita non è confortato da tutti gli allettamenti della fortuna; ma il pianto che inumidisce le guancie dell’uomo adulto o del vecchio ha in sè qualche cosa di così triste e solenne, che non vi ha dolore abbastanza nobile e potente che possa elevarsi fino all’immensità di quella causa. — Che cosa sono le lacrime? E perchè l’età ne inaridisce la sorgente? Perchè esse scaturiscono meno da quegli occhi che hanno veduto troppe sventure, e negano il loro conforto a coloro che hanno molto sofferto? Gemme preziose dell’affetto, retaggio esclusivo dell’umanità che le ragioni del cielo e la raffermi nella fede del suo destino; gli uomini sdegnerebbero meno di versarvi se conoscessero tutta la sublimità del vostro linguaggio. — Severe e malinconiche negli occhi dell’adulto, vezzose sulle guancie

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