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156 paolina.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:156|3|0]] del fanciullo, ineffabilmente sublimi sul volto della donna amata, voi riconducete più spesso alla felicità che al dolore, e inumidite anche talora gli occhi dei felici.... ma sventurati coloro che hanno veduto piangere una madre!

Mentre Elisa sedeva così sconsolata piangendo, la fanciulla si riscosse e mormorò tra di se: Non ancora!

— A che pensate, Paolina? diss’ella levandosi premurosamente e curvandosi sul letto dell’inferma.

— A Marianna, disse Paolina, e a quell’uomo: verrà egli poi indubbiamente? è oggi stesso? non verrà meno alla sua parola?

— Non temete, mia buona fanciulla, egli sarà qui fra poche ore, e voi dovete essere calma e ragionevole. Guardatevi da qualunque commozione che possa alterare di più la vostra salute, e ricordatevi che ho acconsentito a questo prezzo al vostro desiderio.

— Sono preparata a ciò, rispose la ragazza, ma temeva che madama Gioconda vi avesse parlato forse d’un suo rifiuto, quando, nell’uscire, vi trattenne sulla soglia dell’uscio per discorrervi sommessamente.

— Essa mi ha parlato invece del vostro segreto, e mi domandava se me lo avete raccontato. Siamo dunque noi due le sole creature che lo conoscano, e quantunque ella sia quella donna sozza e cattiva che voi sapete, non dovete dubitare che ne abusi. Avrete osservato il suo pentimento per tutto ciò che vi ha fatto di male, e fu essa che indusse il marchese ad esaudire il vostro desiderio. Non vi affliggete, Luigi non saprà nulla, è impossibile che egli abbia a sospettare di ciò e prenderne quella vendetta che voi temete.

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