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18 | paolina. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:18|3|0]] bionda che parea la più anziana; non va bene che voi abbiate sempre a rammentarle quello sfacciato, mentre non ignorate che se è ricco, è pure per l’età sua un pessimo soggetto, ed ella lo detesta con tutto il cuore.
Quella si disponeva a bisbigliare qualche parola di giustificazione, ma Paolina la prevenne, e alzandosi un poco dalla sedia, si chinò colla flessibilità d’un giunco curvato dal vento, e le porse la mano dicendole: Noi siamo sempre buone amiche, Caterina, non è vero? — Quindi ricomponendosi soggiunse: non verrete domani a sentire la musica ai giardini? mi dicono che si suonerà una bella sinfonia di Mercadante, e poi quel valzer, quel magnifico valzer che rapisce, e che farebbe ballare un’ottantenne.
Ma interruppe la risposta un cagnolino che si precipitò a salti nella camera, un botolo danese graziosissimo, con un collarino a sonagli, che annunziava l’arrivo della padrona, e che andò a baciare rispettosamente la mano a ciascuna delle allieve. «Zitte, zitte!» mormorarono sommessamente le ragazze, e si acquetarono come lo stormire delle foglie d’un albero al cessare del vento.
Madama Gioconda si presentò solennemente sul limitare dell’uscio, e lanciò uno sguardo severo ed imperioso su quelle undici vittime, quindi andò difilata alla finestra, e componendo le labbra al sorriso più dolce che le fosse possibile: «povero Bibi, disse al suo pappagallo, tu avrai molto sofferto non vedendomi da ieri.» Chiro, chiro! rispose l’uccello, e madama entusiasmata da questa risposta, «oh caro! dammi un bacio,» soggiunse, e si chinò gravemente a riceverlo.