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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:30|3|0]] non v’ha rimedio, non vi ha via di transazione.... Pensare che potrei essere così felice, così immensamente felice, e sempre questo sospetto, sempre questo spavento, sempre questo tarlo nel cuore!... E Paolina essa pure.... Ma rivolgendosi a lei, e vedendola singhiozzare col volto nascosto tra le mani, si sentì a un tratto mutato.
— Che fate, Paolina? le disse, non affliggetevi, per carità! perdonate al mio risentimento.
— Andate, andate Luigi; voi non mi amate, perchè non mi fate che soffrire.
— Oh cielo! esclamò il giovine tutto intenerito; io non amarvi? e non è non egli per ciò che mi sento tutto rabbrividire al pensiero di quello scellerato, che non so contenermi quando me ne parlate, che farò.... ma non dite che non vi ami, non mi giudicate troppo severamente.
— Non dico questo io, rispose Paolina per via di conciliazione, sollevando la faccia umida di pianto e illuminata bizzarramente dalla lampada, come un fiore di giglio stillante ancora di pioggia dopo un temporale, su cui venga a cadere un raggio di sole; non dico questo, ma la vostra facile suscettibilità mi è motivo di molti dolori, e se non vi foste così tosto adirato, avreste inteso, che il mio dispiacere d’oggi non provenne tanto dall’insistenza di quell’insolente, quanto da un piccolo dissapore colla mia padrona.
— Quando è così, crederò dunque che non mi vorrete perdonare, soggiunse il giovine con accento umile e dimesso.
Paolina sorrise malinconicamente, e gli porse per tutta