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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Paolina, 1875.djvu{{padleft:69|3|0]] non può riguardare altro quesito che questo; a meraviglia, noi siamo a cavallo, madama; il conte ha uno spirito insuperabile per queste invenzioni, e n’è prova quella Caterina; sallo il cielo come è riuscito a farla delle sue.
— E a farsi amare.
— Sul serio?
— L’assicuro che lo ama perdutamente.
Il marchese restò un istante pensieroso, poi presentando la sua mano alla signora, io volo, disse, in traccia di quella lettera.
— E stia di buon animo, io mi adoprerò quanto valgo, e senza risparmio.
— Non ne dubito, non ne dubito, disse l’altro quasi rassicurato, e scosse due o tre volte la mano che teneva tra le sue.
Madama lo guardò con tenerezza e sorrise nuovamente come dianzi.
— Ancora quel sorriso.... due volte in pochi minuti; è una vittoria completa, mormorò tra di sè il marchese, e si accommiatò dalla signora.
— Non è tutto perduto; duemila franchi!... disse ella dal canto suo attraversando il corridoio che metteva alla sala da lavoro, e facendo passare frettolosamente le sue piccole mani l’una sull’altra; se i miei affari vanno di questo passo, al nuovo anno non uscirà più un cappello dalla mia officina.
— È proprio lui, diceva il marchese nella sua camera, spezzando il suggello di quella lettera; vediamo se si è impegnato con coscienza, e lesse: