< Pagina:Tarchetti - Racconti fantastici, 1869.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 112 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Racconti fantastici, 1869.djvu{{padleft:112|3|0]]

Io non batteva palpebra. Avanzatosi fino alla metà della stanza, s’inchinò cortesemente e mi disse: «Io sono Pietro Mariani, e vengo a riprendere, come vi ho promesso, la mia rotella».

E poichè il terrore mi rendeva esitante a rispondergli, egli continuò con dolcezza: «Perdonerete se ho dovuto disturbarvi nel colmo della notte... in quest’ora... capisco che la è un’ora incomoda... ma...».

— Oh! è nulla, è nulla, io interruppi rassicurato da tanta cortesia, io vi debbo anzi ringraziare della vostra visita... io mi terrò sempre onorato di ricevervi nella mia casa...

— Ve ne son grato, disse lo spettro, ma desidero ad ogni modo giustificarmi dell’insistenza con cui ho reclamato la mia rotella, sia presso di voi, sia presso l’egregio dottore dal quale l’avete ricevuta: osservate.

E così dicendo sollevò un lembo del lenzuolo bianco in cui era avviluppato, e mostrandomi lo stinco della gamba sinistra legato al femore, per mancanza della rotella, con un nastro nero passato due o tre volte nell’apertura della fibula, fece alcuni passi per la stanza onde farmi conoscere che l’assenza di quell’osso gl’impediva di camminare liberamente.

— Tolga il cielo, io dissi allora con ac-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.