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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Racconti fantastici, 1869.djvu{{padleft:84|3|0]]quell’uomo che ci fu allora sì fatale non t’impedirà di averle.
— Chi?
— Tuo zio.... egli.... l’uomo della valle.
— Egli? mio zio!
— Sì, e lo hai tu veduto!
— Lo vidi, e ti manda per me questo fazzoletto insanguinato.
— È il tuo sangue, Arturo, diss’ella con trasporto, sia lodato il cielo! egli ha mantenuto la sua promessa.
Dicendo queste parole la signora del castello sparve — io mi svegliai atterrito.
Mio zio stette rinchiuso per due giorni nel suo appartamento: appena ne fu uscito mi precipitai nelle sue stanze per impadronirmi di quei volumi, ma non vi trovai che un mucchio di cenere; egli li aveva dati alle fiamme. Quale non fu però il mio terrore quando nel rimescolare quelle ceneri vi rinvenni alcuni frammenti che parevano scritti di mio pugno; e da alcune parole sconnesse che erano rimaste intelligibili, potrei ricostruire con uno sforzo potente di memoria degli interi periodi che si riferivano agli avvenimenti accennati oscuramente in quei sogni! Io