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— Nobili dame, io dissi rialzando Opala, e rivolgendomi alle altre, cui accennai di fare altrettanto, prego.... insisto perchè esse si alzino; qui non vi è etichetta di Corte, non vi sono leggi di convenienze... Prego a voler considerare la mia persona reale come la persona di un semplice amico, come una persona di famiglia... già; intendo introdurre delle modificazioni nel regime interno di questa nostra società... voglio dire delle leggi d’uguaglianza una parità di diritti, un equa ripartizione di....

E non venendomi al balzo la parola che calzasse a dovere, temendo di prometter troppo, e desiderando per altro lato di trovarmi qualche istante solo con Opala, aggiunsi: già... so ben io quel che intendo di fare... Le prego intanto di risalire nelle loro reticelle, nei loro nidi... le prego a rioccupare i loro divani... io mi farò un dovere di venire più tardi.... col tempo... appena lo permetteranno le gravose esigenze della mia carica, a rendere a ciascuna di esse l’omaggio del mio rispetto e della mia ammirazione.

Fui grato alla Serenità di mio padre di aver introdotto nel sistema educativo del serraglio l’insegnamento della lingua del mio paese, poichè tutte quelle mie fanciulle, risalirono all’istante nelle loro reticelle; e Opala, prevenendo i miei desiderii, mi prese per mano e mi condusse nel suo gabinetto particolare.

Ci sedemmo sopra un soffice tappeto di Persia. Io era sì stanco per le fatiche della gior-

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