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Il barone e Lamperth sì sedettero, ed ordinarono la loro cena: i loro vicini ripresero la loro conversazione interrotta.

— Vogliono del Bordeaux Laffitte, del Saint Julienne, dello Champagne, o del vino legittimo di Boullon o di Abbeville?

— Vogliamo del vino inglese, disse Rosen vivacemente, nient’altro che del vino inglese; già... in quanto a me abborro tutti i vini di Francia, e aggiunse ad alta voce, tutte le cose che ci vengono dalla Francia.

Così dicendo, guardò in volto a’ suoi vicini, ma essi o non aveano udito, o avevano fatto le mostre di non udire.

— Miserabili! bisbigliò Rosen all’orecchio di Lamperth, non sono pur suscettibili d’un risentimento sì doveroso.

Poco dopo il cameriere avendo collocato dinanzi a loro alcuni piatti dipinti, su cui erano rappresentati i principali episodii della vita di Napoleone, Rosen ne prese uno e presentandolo al suo compagno, gli disse in modo da essere udito:

— Che ve ne pare? Eccovi qui un uomo che in Inghilterra sarebbe divenuto tutt’al più un tamburino, e che in Francia è stato creduto un gran generale. Ma non importa, tutti sanno che a Waterloo le ha buscate dagli inglesi.

Anche queste parole non ebbero l’effetto che egli si aspettava; uno solo de’ suoi vicini si volse e vedendo Rosen che lo guardava, e immaginando forse che volesse prender parte alla loro conversazione gli chiese:

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