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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tarchetti - Racconti umoristici, 1869.djvu{{padleft:40|3|0]]vi sono mille maniere di morire; vi confesso che fui dolorosamente impressionato da questo fatto.

— Avete ragione, soggiunse Rosen con aspetto mortificato, non mi cimenterò più in duello, vi è qualche cosa d’istintivo che ci spinge nostro malgrado a difenderci; ma, giacchè la natura ci ha dato una sola via al nascere — come a cosa triste — e ce ne ha aperte mille al morire — come a cosa molto più dolce — io approfitterò in altro modo di questa prodigalità della natura. Dite. Credete voi che non mi sarà difficile il morire? Lo sperate?

— Speriamolo, sì, disse Lamperth; se il voto di una persona che vi ama può avere qualche influenza sul vostro destino, vi giuro che io faccio voti al cielo perchè il vostro desiderio venga esaudito.

— Vi ringrazio, rispose Rosen scuotendo la mano che il suo amico gli aveva sporto senza voltarsi, come a meglio rassicurarlo della sincerità del suo voto, vi ringrazio dal più profondo dell’anima: e pronunciò queste parole quasi commosso, e colla più schietta effusione di cuore.

In quella sera stessa Rosen e Lamperth giunsero ad Amiens. Alla porta del paese Rosen, essendosi arrestato per contemplare lo spettacolo della città, come è costume d’ogni buon inglese, vide affisso alla parete un ampio cartellone decorato da alcune figure d’animali in inchiostro rosso, e vi lesse queste parole:

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