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  È la cura, de l’arco, e de gli ſtrali;
  Seguir le fere fugaci, e le forti
  Atterrar combattendo; e, ſe non mancano
  15Saette à la faretra, ò fere al boſco,
  Non tem’io, che à me manchino diporti.

  Daf.Inſipidi diporti veramente,
  Et inſipida vita: e, s’à te piace,
  È ſol, perche non hai prouata l’altra.
  20Coſi la gente prima, che già viſſe
  Nel mondo anchora ſemplice, & infante,
  Stimò dolce beuanda, e dolce cibo,
  L’acqua, e le ghiande, & hor l’acqua, e le ghiande
  Sono cibo, e beuanda d’animali,
  25Poi che s’è poſto in uſo il grano, e l’uua.
  Forſe, ſe tu guſtaſſi anco una uolta
  La milleſima parte de le gioie,
  Che guſta un cor amato riamando,
  Direſti, ripentita, ſospirando:
  30Perduto è tutto il tempo,
  Che in amar non ſi ſpende.
  Ò mia fuggita etate,
  Quante vedoue notti,
  Quanti dì ſolitari
  35Hò conſumati indarno,
  Che ſi poteano impiegar in queſt’uſo,
  Il qual più replicato, è più ſoaue.
  Cangia, cangia conſiglio,
  Pazzarella che ſei:


  È la cura, de l’arco, e de gli strali;
  Seguir le fere fugaci, e le forti
  15Atterrar combattendo; e, se non mancano
  Saette a la faretra, o fere al bosco,
  Non tem’io, che a me manchino diporti.

  Daf.Insipidi diporti veramente,
  Ed insipida vita: e, s’a te piace,
  È sol, perche non hai provata l’altra.
  20Così la gente prima, che già visse
  Nel mondo ancora semplice, ed infante,
  Stimò dolce bevanda, e dolce cibo,
  L’acqua, e le ghiande, ed or l’acqua, e le ghiande
  Sono cibo, e bevanda d’animali,
  25Poi che s’è posto in uso il grano, e l’uva.
  Forse, se tu gustassi anco una volta
  La millesima parte de le gioie,
  Che gusta un cor amato riamando,
  Diresti, ripentita, sospirando:
  30Perduto è tutto il tempo,
  Che in amar non si spende.
  O mia fuggita etate,
  Quante vedove notti,
  Quanti dì solitari
  35Ho consumati indarno,
  Che si poteano impiegar in quest’uso,
  Il qual più replicato, è più soave.
  Cangia, cangia consiglio,
  Pazzarella che sei:

Che’l

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