< Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu
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  Fui vinta. Io te’l confeſſo, e furon l’armi
  Del vincitore, humiltà, ſofferenza
  70Pianti, ſospiri, e dimandar mercede.
  Moſtrommi l’ombra d’una breue notte
  Allhora quel, che’l lungo corſo, e’l lume
  Di mille giorni non m’hauea moſtrato:
  Ripreſi allhor me ſteßa, e la mia cieca
  75Simplicitate, e diſſi ſospirando:
  Eccotti, Cinthia, il corno, eccotti l’arco,
  Ch’io rinuntio i tuoi ſtrali e la tua vita.
  Coſi ſpero veder, ch’anco il tuo Aminta
  Pur un giorno domeſtichi la tua
  80Roza ſaluatichezza, & ammolliſca
  Questo tuo cor di ferro, e di macigno.
  Forſe, ch’ei non è bello? ò ch’ei non t’ama?
  Ò ch’altri lui non ama? ò ch’ei ſi cambia
  Per l’amor d’altri? ouer per l’odio tuo?
  85Forſe ch’in gentilezza egli ti cede?
  Se tu ſei figlia di Cidippe, à cui
  Fù padre il Dio di queſto nobil fiume;
  Et egli e figlio di Siluano, à cui
  Pane fù Padre, il gran Dio de’ Paſtori.
  90Non è men di te bella (ſe ti guardi
  Dentro lo ſpecchio mai d’alcuna fonte)
  La candida Amarilli; e pur ei sprezza
  Le ſue dolci loſinghe, e ſegue i tuoi
  Diſpettoſi faſtidi. hor fingi, (e voglia
  95Pur Dio che queſto fingere ſia vano)


  Fui vinta. Io te’l confesso, e furon l’armi
  Del vincitore, umiltà, sofferenza
  70Pianti, sospiri, e dimandar mercede.
  Mostrommi l’ombra d’una breve notte
  Allora quel, che’l lungo corso, e’l lume
  Di mille giorni non m’havea mostrato:
  Ripresi allor me stessa, e la mia cieca
  75Simplicitate, e dissi sospirando:
  Eccotti, Cinthia, il corno, eccotti l’arco,
  Ch’io rinunzio i tuoi strali e la tua vita.
  Così spero veder, ch’anco il tuo Aminta
  Pur un giorno domestichi la tua
  80Rozza salvatichezza, ed ammollisca
  Questo tuo cor di ferro, e di macigno.
  Forse, ch’ei non è bello? Ò ch’ei non t’ama?
  Ò ch’altri lui non ama? Ò ch’ei si cambia
  Per l’amor d’altri? Over per l’odio tuo?
  85Forse ch’in gentilezza egli ti cede?
  Se tu sei figlia di Cidippe, a cui
  Fu padre il Dio di questo nobil fiume;
  Ed egli e figlio di Silvano, a cui
  Pane fu Padre, il gran Dio de’ Pastori.
  90Non è men di te bella (se ti guardi
  Dentro lo specchio mai d’alcuna fonte)
  La candida Amarilli; e pur ei sprezza
  Le sue dolci losinghe, e segue i tuoi
  Dispettosi fastidi. Or fingi, (e voglia
  95Pur Dio che questo fingere sia vano)

Ch’egli,

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