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8 | atto primo. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu{{padleft:17|3|0]]
Fui vinta. Io te’l confeſſo, e furon l’armi
Del vincitore, humiltà, ſofferenza
70Pianti, ſospiri, e dimandar mercede.
Moſtrommi l’ombra d’una breue notte
Allhora quel, che’l lungo corſo, e’l lume
Di mille giorni non m’hauea moſtrato:
Ripreſi allhor me ſteßa, e la mia cieca
75Simplicitate, e diſſi ſospirando:
Eccotti, Cinthia, il corno, eccotti l’arco,
Ch’io rinuntio i tuoi ſtrali e la tua vita.
Coſi ſpero veder, ch’anco il tuo Aminta
Pur un giorno domeſtichi la tua
80Roza ſaluatichezza, & ammolliſca
Questo tuo cor di ferro, e di macigno.
Forſe, ch’ei non è bello? ò ch’ei non t’ama?
Ò ch’altri lui non ama? ò ch’ei ſi cambia
Per l’amor d’altri? ouer per l’odio tuo?
85Forſe ch’in gentilezza egli ti cede?
Se tu ſei figlia di Cidippe, à cui
Fù padre il Dio di queſto nobil fiume;
Et egli e figlio di Siluano, à cui
Pane fù Padre, il gran Dio de’ Paſtori.
90Non è men di te bella (ſe ti guardi
Dentro lo ſpecchio mai d’alcuna fonte)
La candida Amarilli; e pur ei sprezza
Le ſue dolci loſinghe, e ſegue i tuoi
Diſpettoſi faſtidi. hor fingi, (e voglia
95Pur Dio che queſto fingere ſia vano)
Fui vinta. Io te’l confesso, e furon l’armi
Del vincitore, umiltà, sofferenza
70Pianti, sospiri, e dimandar mercede.
Mostrommi l’ombra d’una breve notte
Allora quel, che’l lungo corso, e’l lume
Di mille giorni non m’havea mostrato:
Ripresi allor me stessa, e la mia cieca
75Simplicitate, e dissi sospirando:
Eccotti, Cinthia, il corno, eccotti l’arco,
Ch’io rinunzio i tuoi strali e la tua vita.
Così spero veder, ch’anco il tuo Aminta
Pur un giorno domestichi la tua
80Rozza salvatichezza, ed ammollisca
Questo tuo cor di ferro, e di macigno.
Forse, ch’ei non è bello? Ò ch’ei non t’ama?
Ò ch’altri lui non ama? Ò ch’ei si cambia
Per l’amor d’altri? Over per l’odio tuo?
85Forse ch’in gentilezza egli ti cede?
Se tu sei figlia di Cidippe, a cui
Fu padre il Dio di questo nobil fiume;
Ed egli e figlio di Silvano, a cui
Pane fu Padre, il gran Dio de’ Pastori.
90Non è men di te bella (se ti guardi
Dentro lo specchio mai d’alcuna fonte)
La candida Amarilli; e pur ei sprezza
Le sue dolci losinghe, e segue i tuoi
Dispettosi fastidi. Or fingi, (e voglia
95Pur Dio che questo fingere sia vano)
Ch’egli,