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16 atto primo.

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  La fedele amicitia, & il commune
  Studio de le Muſe, ch’à me ſcuopra
  Ciò ch’à gli altri ſi cela.
     Am.     Io ſon contento,
  Tirſi, à te dir ciò, che le ſelue, e i monti,
  45E i fiumi ſanno, e gli huomini non ſanno.
  Ch’io ſono homai sì proſſimo à la morte,
  Ch’è ben ragion, ch’io laſci, chi ridica
  La cagion del morire, e che l’incida
  Ne la ſcorza d’un faggio, preſſo il luogo,
  50Doue ſarà ſepolto il corpo eſangue:
  Sì, che tal hor, paſſandoui quell’empia,
  Si goda di calcar l’oſſa infelici
  Co’l piè ſuperbo, e trà ſe dica, È queſto
  Pur mio trionfo; e goda di vedere,
  55Che nota ſia la ſua vittoria à tutti
  Li pastor paeſani, e pellegrini,
  Che quiui il caſo guidi: e forſe (ahi, spero
  Troppo alte coſe) un giorno eſſer potrebbe,
  Ch’ella, commoſſa da tarda pietate,
  60Piangeſſe morto, chi già viuo ucciſe;
  Dicendo, O pur quì foſſe, e foſſe mio.
  Hor odi.
     Tir.     Segui pur, ch’io ben t’aſcolto,
  E forſe à miglior fin, che tu non penſi.

  Am.Eſſendo io fanciulletto, ſi, che à pena
  65Giunger potea con la man pargoletta
  À corre i fiutti da i piegati rami
  De gli arboſcelli, intrinſeco diuenni
  De la più vaga, e cara Verginella,


  La fedele amicizia, ed il commune
  Studio de le Muse, ch’a me scuopra
  Ciò ch’a gli altri si cela.
     Am.     Io son contento,
  Tirsi, a te dir ciò, che le selve, e i monti,
  45E i fiumi sanno, e gli uomini non sanno.
  Ch’io sono omai sì prossimo a la morte,
  Ch’è ben ragion, ch’io lasci, chi ridica
  La cagion del morire, e che l’incida
  Ne la scorza d’un faggio, presso il luogo,
  50Dove sarà sepolto il corpo esangue:
  Sì, che tal or, passandovi quell’empia,
  Si goda di calcar l’ossa infelici
  Co’l piè superbo, e tra se dica, È questo
  Pur mio trionfo; e goda di vedere,
  55Che nota sia la sua vittoria a tutti
  Li pastor paesani, e pellegrini,
  Che quivi il caso guidi: e forse (ahi, spero
  Troppo alte cose) un giorno esser potrebbe,
  Ch’ella, commossa da tarda pietate,
  60Piangesse morto, chi già vivo uccise;
  Dicendo, O pur qui fosse, e fosse mio.
  Or odi.
     Tir.     Segui pur, ch’io ben t’ascolto,
  E forse a miglior fin, che tu non pensi.

  Am.Eſſendo io fanciulletto, ſi, che à pena
  65Giunger potea con la man pargoletta
  À corre i fiutti da i piegati rami
  De gli arboſcelli, intrinſeco diuenni
  De la più vaga, e cara Verginella,

Che

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