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scena seconda. | 17 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu{{padleft:26|3|0]]
Che mai spiegaſſe al vento chioma d’oro:
70La figliuola conoſci di Cidippe?
E di Montan ricchiſſimo d’armenti,
Siluia, honor de le ſelue, ardor de l’alme?
Di queſta parlo, ahi laſſo: viſſi à queſta
Coſi unito alcun tempo, che frà due
75Tortorelle più fida compagnia
Non ſarà mai, nè fue.
Congiunti eran gli alberghi,
Ma più congiunti i cori:
Conforme era l’etate,
80Ma’l penſier più conforme:
Seco tendeua inſidie con le reti
À i peſci, & à gli augelli, e ſeguitaua
I cerui ſeco, e le veloci dame;
E’l diletto, e la preda era commune.
85Ma, mentre io fea rapina d’animali,
Fui non sò come à me ſteſſo rapito.
À poco à poco nacque nel mio petto,
Non sò da qual radice,
Com’herba ſuol, che per ſe steſſa germini,
90Un’incognito affetto,
Che mi fea deſiare
D’eſſer ſempre preſente
À la mia bella Siluia;
E beuea da’ ſuoi lumi
95Un’estranea dolcezza
Che laſciaua nel fine
Che mai spiegasse al vento chioma d’oro:
70La figliuola conosci di Cidippe?
E di Montan ricchissimo d’armenti,
Silvia, onor de le selve, ardor de l’alme?
Di questa parlo, ahi lasso: vissi a questa
Così unito alcun tempo, che fra due
75Tortorelle più fida compagnia
Non sarà mai, né fue.
Congiunti eran gli alberghi,
Ma più congiunti i cori:
Conforme era l’etate,
80Ma’l pensier più conforme:
Seco tendeva insidie con le reti
A i pesci, ed a gli augelli, e seguitava
I cervi seco, e le veloci dame;
E’l diletto, e la preda era commune.
85Ma, mentre io fea rapina d’animali,
Fui non so come a me stesso rapito.
A poco a poco nacque nel mio petto,
Non so da qual radice,
Com’erba suol, che per se stessa germini,
90Un’incognito affetto,
Che mi fea desiare
D’esser sempre presente
A la mia bella Silvia;
E bevea da’ suoi lumi
95Un’estranea dolcezza
Che lasciaua nel fine
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