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scena seconda. | 19 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu{{padleft:28|3|0]]
125Suſurro mormorò non sò che verſi.
Ò mirabili effetti. ſentì toſto
Ceſſar la doglia, ò foſſe la virtute
Di que’ magici detti, ò, com’io credo,
La virtù de la bocca,
130Che ſana ciò che tocca.
Io che fino à quel punto altro non volſi,
Che’l ſoaue ſplendor de gli occhi belli,
E le dolci parole, aſſai più dolci,
Che’l mormorar d’un lento fiumicello,
135Che rompa il corſo frà minuti ſaſſi,
Ò che’l garrir de l’aura infra le frondi;
Allhor ſentij nel cor nouo deſire
D’appreſſare à la ſua questa mia bocca:
E, fatto non sò come aſtuto, e ſcaltro
140Più de l’uſato, (guarda, quanto Amore
Aguzza l’intelletto) mi ſouuenne
D’un’inganno gentile, co’l qual’io
Recar poteſſi à fine il mio talento:
Che, fingendo, ch’un’ape haueſſe morſo
145Il mio labro di ſotto, incominciai
À lamentarmi di cotal maniera,
Che quella medicina, che la lingua
Non richiedeua, il volto richiedeua.
La ſemplicetta Siluia,
150Pietoſa del mio male,
S’offrì di dar aita
À la finta ferita, ahi laſſo, e fece
125Susurro mormorò non so che versi.
O mirabili effetti. Sentì tosto
Cessar la doglia, o fosse la virtute
Di que’ magici detti, o, com’io credo,
La virtù de la bocca,
130Che sana ciò che tocca.
Io che fino a quel punto altro non volsi,
Che’l soave splendor de gli occhi belli,
E le dolci parole, assai più dolci,
Che’l mormorar d’un lento fiumicello,
135Che rompa il corso fra minuti sassi,
O che’l garrir de l’aura infra le frondi;
Allor sentii nel cor novo desire
D’appressare a la sua questa mia bocca:
E, fatto non so come astuto, e scaltro
140Più de l’usato, (guarda, quanto Amore
Aguzza l’intelletto) mi sovvenne
D’un inganno gentile, co’l qual’io
Recar potessi à fine il mio talento:
Che, fingendo, ch’un’ape avesse morso
145Il mio labro di sotto, incominciai
A lamentarmi di cotal maniera,
Che quella medicina, che la lingua
Non richiedeva, il volto richiedeva.
La semplicetta Silvia,
150Pietosa del mio male,
S’offrì di dar aita
A la finta ferita, ahi lasso, e fece
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