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scena seconda. 21

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  Siluia, le diſſi, io per te ardo, e certo
  Morrò ſe non m’aiti. À quel parlare
  Chinò ella il bel volto, e fuor le venne
  Un’improuiſo, inſolito roſſore,
  185Che diede ſegno di vergogna, e d’ira:
  Nè hebbi altra rispoſta, che un ſilentio
  Un ſilentio turbato, e pien di dure
  Minaccie. indi ſi tolſe, e più non volle
  Nè vedermi, nè udirmi. e già tre volte
  190Hà il nudo mietitor tronche le spighe,
  Et altretante il verno hà ſcoſſi i boſchi
  De le lor verdi chiome: & ogni coſa
  Tentata hò per placarla, fuor che Morte.
  Mi resta ſol, che, per placarla, io mora,
  195E morrò volontier, pur ch’io ſia certo,
  Ch’ella ò ſe ne compiaccia, ò ſe ne doglia;
  Nè sò di tai due coſe, qual più brami.
  Ben fora la pietà premio maggiore
  À la mia fede, e maggior ricompenſa
  200À la mia morte: ma bramar non deggio
  Coſa, che turbi il bel lume ſereno
  À gli occhi cari, e affanni quel bel petto.

  Tir.È poſſibil però, che, s’ella un giorno
  Udiſſe tai parole, non t’amaſſe?

  Am.205Non sò, nè’l credo; ma fugge i miei detti
  Come l’aſpe l’incanto.
     Tir.     Hor ti confida,
  Ch’à me dà il cuor di far, ch’ella t’aſcolti.

  Am.Ò nulla impetrerai, ò, ſe tu impetri,


  Silvia, le dissi, io per te ardo, e certo
  Morrò se non m’aiti. A quel parlare
  Chinò ella il bel volto, e fuor le venne
  Un’improviso, insolito rossore,
  185Che diede segno di vergogna, e d’ira:
  Né ebbi altra risposta, che un silenzio
  Un silentio turbato, e pien di dure
  Minaccie. Indi si tolse, e più non volle
  Né vedermi, né udirmi. E già tre volte
  190Ha il nudo mietitor tronche le spighe,
  Ed altretante il verno ha scossi i boschi
  De le lor verdi chiome: ed ogni cosa
  Tentata ho per placarla, fuor che Morte.
  Mi resta sol, che, per placarla, io mora,
  195E morrò volontier, pur ch’io sia certo,
  Ch’ella o se ne compiaccia, o se ne doglia;
  Né so di tai due cose, qual più brami.
  Ben fora la pietà premio maggiore
  A la mia fede, e maggior ricompensa
  200A la mia morte: ma bramar non deggio
  Cosa, che turbi il bel lume sereno
  A gli occhi cari, e affanni quel bel petto.

  Tir.È possibil però, che, s’ella un giorno
  Udisse tai parole, non t’amasse?

  Am.205Non so, né’l credo; ma fugge i miei detti
  Come l’aspe l’incanto.
     Tir.     Or ti confida,
  Ch’a me dà il cuor di far, ch’ella t’ascolti.

  Am.O nulla impetrerai, o, se tu impetri,

Ch’io

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