< Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu
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  Daf.Non sò. Siluia è ritroſa fuor di modo.
  Tir.E coſtui riſpettoſo è fuor di modo.
  Daf.È spacciato un’amante riſpettoſo:
  Conſiglial pur, che faccia altro meſtiero,
  85Poich’egli è tal. chi imparar vuol d’amare,
  Diſimpari il rispetto; oſi, domandi,
  Solleciti, importuni, al fine inuoli:
  E, ſe queſto non baſta, anco rapiſca.
  Hor, non ſai tu, com’è fatta la donna?
  90Fugge, e fuggendo vuol, che altri la giunga;
  Niega, e niegando vuol, ch’altri ſi toglia;
  Pugna, e pugnando vuol, ch’altri la vinca.
  Vè, Tirſi, io parlo teco in confidenza;
  Non ridir, ch’io ciò dica. e ſoura tutto
  95Non parlo in rime. tu ſai, s’io ſaprei
  Renderti poi per verſi altro, che verſi.

  Tir.Non hai cagion di ſoſpettar, ch’io dica
  Coſa giamai, che ſia contra tuo grado.
  Ma ti prego, ò mia Dafne, per la dolce
  100Memoria di tua freſcha giouanezza,
  Che tu m’aiti ad aitar Aminta
  Miſerel, che ſi muore.
     Daf.     Ò che gentile
  Scongiuro hà ritrouato queſto ſciocco
  Di rammentarmi la mia giouanezza,
  105Il ben paſſato, e la preſente noia.
  Ma, che vuoi tu, ch’io faccia?
     Tir.     À te non manca
  Nè ſaper, nè conſiglio. baſta ſol, che
  Ti disponga à voler.
     Daf.     Hor sù dirotti


  Daf.Non so. Silvia è ritrosa fuor di modo.
  Tir.E costui rispettoso è fuor di modo.
  Daf.È spacciato un amante rispettoso:
  Consiglial pur, che faccia altro mestiero,
  85Poich’egli è tal. Chi imparar vuol d’amare,
  Disimpari il rispetto; osi, domandi,
  Solleciti, importuni, al fine involi:
  E, se questo non basta, anco rapisca.
  Or, non sai tu, com’è fatta la donna?
  90Fugge, e fuggendo vuol, che altri la giunga;
  Niega, e niegando vuol, ch’altri si toglia;
  Pugna, e pugnando vuol, ch’altri la vinca.
  Ve’, Tirsi, io parlo teco in confidenza;
  Non ridir, ch’io ciò dica. E sovra tutto
  95Non porlo in rime. Tu sai, s’io saprei
  Renderti poi per versi altro, che versi.

  Tir.Non hai cagion di sospettar, ch’io dica
  Cosa giamai, che sia contra tuo grado.
  Ma ti prego, o mia Dafne, per la dolce
  100Memoria di tua fresca giovanezza,
  Che tu m’aiti ad aitar Aminta
  Miserel, che si muore.
     Daf.     O che gentile
  Scongiuro ha ritrovato questo sciocco
  Di rammentarmi la mia giovanezza,
  105Il ben passato, e la presente noia.
  Ma, che vuoi tu, ch’io faccia?
     Tir.     A te non manca
  Né saper, né consiglio. Basta sol, che
  Ti disponga a voler.
     Daf.     Or su dirotti

Debbiamo

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