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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu{{padleft:49|3|0]]
Chiara, ò roca che ſuoni, ei non la sprezza.
Non canto lui, però che lui non poſſo
195Degnamente honorar ſe non tacendo,
E riuerendo: ma non fian giamai
Gli altari ſuoi ſenza i miei fiori, e ſenza
Soaue fumo d’oderati incenſi;
Et allhor queſta ſemplice, e deuota
200Religion mi ſi torrà dal core,
Che d’aria paſceranſi in aria i cerui;
E che mutando i fiumi e letto, e corſo,
Il Perſo bea la Sona, il Gallo il Tigre.
Daf.Ò, tu mai alto: hor sù, diſcendi un poco
205Al propoſito noſtro. Tir. Il punto è queſto,
Che tu in andando al fonte con colei
Cerchi d’intenerirla: & io frà tanto
Procurerò, ch’Aminta là ne venga.
Nè la mia forſe men difficil cura
210Sarà di queſta tua. hor uanne. Daf. Io vado,
Ma il propoſito nostro altro intendeua.
Tir.Se ben rauuiſo di lontan la faccia,
Aminta è quel, che di là spunta. è deſſo.
Chiara, o roca che suoni, ei non la sprezza.
Non canto lui, però che lui non posso
195Degnamente onorar se non tacendo,
E riverendo: ma non fian giamai
Gli altari suoi senza i miei fiori, e senza
Soave fumo d’oderati incensi;
Ed allor questa semplice, e devota
200Religion mi si torrà dal core,
Che d’aria pasceransi in aria i cervi;
E che mutando i fiumi e letto, e corso,
Il Perso bea la Sona, il Gallo il Tigre.
Daf.O, tu mai alto: or su, discendi un poco
205Al proposito nostro. Tir. Il punto è questo,
Che tu in andando al fonte con colei
Cerchi d’intenerirla: ed io fra tanto
Procurerò, ch’Aminta là ne venga.
Né la mia forse men difficil cura
210Sarà di questa tua. Or vanne. Daf. Io vado,
Ma il proposito nostro altro intendeva.
Tir.Se ben ravviso di lontan la faccia,
Aminta è quel, che di là spunta. È desso.