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scena prima. | 49 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu{{padleft:58|3|0]]
40Là dunque s’inuiò dubbio, & incerto,
Moſſo, non dal ſuo cor, ma ſol dal mio
Stimolar importuno; e speſſo in forſe
Fù di tornar indietro; & io’l ſoſpinſi
Pur mal ſuo grado inanzi. hor, quando homai
45C’era il fonte vicino: ecco, ſentiamo
Un feminil lamento: e quaſi à un tempo
Dafne veggiam, che battea palma à palma;
La qual come ci vide, alzò la voce:
Ah corrette, gridò: Siluia è sforzata.
50L’inamorato Aminta, che ciò inteſe,
Si spiccò com’un pardo, & io ſeguillo:
Ecco miriamo à un’arbore legata
La giouinetta ignuda come nacque,
Et à legarla fune era il ſuo crine:
55Il ſuo crine medeſmo in mille nodi
À la pianta era auuolto: e’l ſuo bel cinto,
Che del ſen virginal fù pria cuſtode,
Di quello stupro era miniſtro, & ambe
Le mani al duro tronco le ſtringea;
60E la pianta medeſma hauea prestati
Legami contra lei; ch’una ritorta
D’un piegheuole ramo hauea à ciaſcuna
De le tenere gambe. À fronte, à fronte
Un Satiro villan noi le vedemmo,
65Che di legarla pur allhor finia.
Ella quanto potea, faceua ſchermo,
Ma, che potuto haurebbe à lungo andare?
40Là dunque s’inviò dubbio, ed incerto,
Mosso, non dal suo cor, ma sol dal mio
Stimolar importuno; e spesso in forse
Fu di tornar indietro; ed io’l sospinsi
Pur mal suo grado inanzi. Or, quando omai
45C’era il fonte vicino, ecco, sentiamo
Un feminil lamento; e quasi a un tempo
Dafne veggiam, che battea palma a palma;
La qual come ci vide, alzò la voce:
Ah corrette, gridò: Silvia è sforzata.
50L’inamorato Aminta, che ciò intese,
Si spiccò com’un pardo, ed io seguillo:
Ecco miriamo a un’arbore legata
La giovinetta ignuda come nacque,
Ed a legarla fune era il suo crine:
55Il suo crine medesmo in mille nodi
A la pianta era avvolto, e’l suo bel cinto,
Che del sen virginal fu pria custode,
Di quello stupro era ministro, ed ambe
Le mani al duro tronco le stringea;
60E la pianta medesma avea prestati
Legami contra lei; ch’una ritorta
D’un pieghevole ramo avea a ciascuna
De le tenere gambe. A fronte, a fronte
Un Satiro villan noi le vedemmo,
65Che di legarla pur allor finia.
Ella quanto potea, faceva schermo,
Ma, che potuto avrebbe a lungo andare?
G Aminta