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scena seconda. 57

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  Am.Ohimè, che vuoi, ch’attenda?
  Ohimè, che troppo ho atteso, e troppo inteso.

  Ner.Deh, foss'io stata muta.
  Am.Ninfa, dammi, ti prego,
  Quel velo, ch'è di lei
  Solo, e misero auanzo,
  Sì, ch'egli m'accompagne
  Per questo breue spatio
  E di via, e di vita, che mi resta;
  E con la sua presenza
  Accresca quel martire,
  Ch'è ben picciol martire.
  S'hò bisogno d’aiuto al mio morire.

  Ner.Debbo darlo, ò negarlo?
  La cagion, perché'l chiedi,
  Fà, ch'io debba negarlo.

  Am.Crudel, sì picciol dono
  Mi nieghi al punto estremo?
  E'n questo anco maligno
  Mi si mostra il mio fato. io cedo, io cedo:
  À te si resti, e voi restate anchora ,
  Ch'io vò per non tornare.
  Daf.Aminta, aspetta, ascolta:
  Ohimè, con quanta furia egli si parte.

  Ner.Egli và si veloce,
  Che fia uano il seguirlo; ond'è pur meglio,
  Ch'io segua il mio viaggio: e forse è meglio,
  Ch'io taccia, e nulla conti
  Al mifero Montano.

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