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scena seconda. | 57 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu{{padleft:66|3|0]]
Am.Ohimè, che vuoi, ch’attenda?
Ohimè, che troppo ho atteso, e troppo inteso.
Ner.Deh, foss'io stata muta.
Am.Ninfa, dammi, ti prego,
Quel velo, ch'è di lei
Solo, e misero auanzo,
Sì, ch'egli m'accompagne
Per questo breue spatio
E di via, e di vita, che mi resta;
E con la sua presenza
Accresca quel martire,
Ch'è ben picciol martire.
S'hò bisogno d’aiuto al mio morire.
Ner.Debbo darlo, ò negarlo?
La cagion, perché'l chiedi,
Fà, ch'io debba negarlo.
Am.Crudel, sì picciol dono
Mi nieghi al punto estremo?
E'n questo anco maligno
Mi si mostra il mio fato. io cedo, io cedo:
À te si resti, e voi restate anchora ,
Ch'io vò per non tornare.
Daf.Aminta, aspetta, ascolta:
Ohimè, con quanta furia egli si parte.
Ner.Egli và si veloce,
Che fia uano il seguirlo; ond'è pur meglio,
Ch'io segua il mio viaggio: e forse è meglio,
Ch'io taccia, e nulla conti
Al mifero Montano.
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