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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu{{padleft:69|3|0]]
Tu lo fuggisti. Sil. Io, seguitando un lupo,
Mi rinselvai nel più profondo bosco,
Tanto, ch’io ne perdei la traccia. hor mentre
Cerco di ritornare, onde mi tolsì,
Il vidi, e riconobbi à un stral, che fitto
Gli haveva di mia man presi un’orecchio.
Il vidi con molt’altri, intorno à un corpo
D’un’animal, c’havea di fresco ucciso:
Ma non distinsi ben la forma. il lupo
Ferito, credo, mi conobbe, e’ncontro
Mi venne con la bocca sanguinosa.
lo l’aspettava ardita, e con la destra
Vibrava un dardo. tu sai ben, s’io sono
Maestra di ferire, e se mai soglio
Far colpo in fallo. Hor, quando il vidi tanto
Vicin, che gisto spatio mi parea
A la percossa, lanciai un dardo, e’n vano:
Che, colpa di fortuna, ò pur mia colpa,
In vece sua colsi una pianta: allhora
Più ingordo incontro ei mi venia. & io,
Che’l vidi sì vicin, che stimai vano
L’uso de l’arco, non havendo altr’armi,
A la fuga ricorsi. io fuggo, & egli
Non resta di seguirmi. Hor, odi caso:
Un vel, c’haveva involto intorno al crine,
Si spiegò in parte, e giva ventilando,
Sì, ch’ad un ramo avviluppossi. io sento,
Che non sò chi mi tien, e mi ritarda.
Io,