< Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

— 150 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:158|3|0]]

101.

Rende la cagione perché piú tosto abbia mandato a donare il ritratto

de la donna che il suo medesimo.


Donai me stesso; e, se sprezzaste il dono,
  Che donarvi piú caro or vi potrei?
  La mia immagine no, ch’a gli occhi miei
  4Tanto è molesta quanto lunge i’ sono.
Tal che quasi d’amarmi io vi perdono
  Benché sian tutti amori i pensier miei;
  Né fuor ch’un bel sembiante altro saprei
  8Donar, perché ’l gradiste; e quel vi dono.
In voi finite almen vostri desiri
  Né li torca vaghezza ad altro obbietto,
  12Ch’è men bello di voi dovunque io miri.
Sol geloso mi faccia il vostro aspetto,
  Ch’amando il piacer vostro e i miei martiri,
  14Amerete il mio amore e ’l mio sospetto.


    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:158|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.