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101.
Rende la cagione perché piú tosto abbia mandato a donare il ritratto
de la donna che il suo medesimo.
Donai me stesso; e, se sprezzaste il dono,
Che donarvi piú caro or vi potrei?
La mia immagine no, ch’a gli occhi miei
4Tanto è molesta quanto lunge i’ sono.
Tal che quasi d’amarmi io vi perdono
Benché sian tutti amori i pensier miei;
Né fuor ch’un bel sembiante altro saprei
8Donar, perché ’l gradiste; e quel vi dono.
In voi finite almen vostri desiri
Né li torca vaghezza ad altro obbietto,
12Ch’è men bello di voi dovunque io miri.
Sol geloso mi faccia il vostro aspetto,
Ch’amando il piacer vostro e i miei martiri,
14Amerete il mio amore e ’l mio sospetto.
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