< Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
— 163 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:171|3|0]]
108.
Mostra d’accorgersi del suo inganno e di manifestarlo.
Non piú crespo oro o d’ambra tersa e pura
Stimo le chiome che ’l mio laccio ordiro,
E nel volto e nel seno altro non miro
4Ch’ombra de la beltà che poco dura:
Fredda la fiamma è già, sua luce oscura,
Senza grazia de gli occhi il vago giro:
Deh, come i miei pensier tanto invaghiro,
8Lasso, e chi la ragione o sforza o fura?
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:171|3|0]]
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.