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110.
Si duole d’aver offeso la sua donna, come di gravissima colpa.
Ah! quale angue infernale, in questo seno
Serpendo, tanto in lui veneno accolse?
E chi formò le voci e chi disciolse
4A la mia folle ardita lingua il freno,
Sí che turbò Madonna e ’l bel sereno
De la sua luce in atra nebbia involse?
Quel ferro ch’Efialte al ciel rivolse
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