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Egli s’erge sovente, ed a quel primo
Eterno mar d’ogni bellezza arriva
Ond’ogni altro deriva:
130Io caggio, e ’n questa umanità m’immergo:
Pur a voci canore
Tal volta ed a soave almo splendore
D’occhi sereni mi raffino ed ergo,
Per dargli senza assalto
135Le chiavi di quel core in cui t’essalto.
E con quel fido tuo, che d’alto lume
Scòrto si move, anch’io raccolgo e mando
Sguardi e sospiri, miei dolci messaggi.
Per questi egli talor con vaghe piume
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