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128.

Paragona la sua infelicità con la morte d’un papagallo

che era stato caro a la sua donna.


Quel prigioniero augel, che dolci e scorte
  Note apprendea dal tuo soave canto,
  Morendo in sen ti giacque, e dal tuo pianto
  4Bello onore ebbe poi: felice morte!
Io, cigno in mia prigion (né scorno apporte
  S’ardito è pur ne la mia lingua il vanto),
  Quel che mi detta Amore imparo e canto
  8Ma con diversa e più dogliosa sorte.


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