< Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 14 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:22|3|0]]

6.

Séguita a mostrar con altra metafora come avvisando di trovar la sua

donna senza difesa fosse da lei vinto e superato.


Io mi credea sotto un leggiadro velo
  Trovar inerme e giovenetta donna,
  Tenera a’ prieghi, o pur in treccia e ’n gonna,
  4Come era allor che parvi al sol di gelo:
Ma, scoperto l’ardor ch’a pena io celo
  E ’l possente desio ch’in me s’indonna,
  S’indurò come suole alta colonna
  8O scoglio o selce al piú turbato cielo.
E lei, d’un bel dïaspro avvolta, io vidi
  Di Medusa mostrar l’aspetto e l’arme,
  11Tal ch’i’ divenni pur gelato e roco;
E dir voleva, e non volea ritrarme,
  Mentre era fuori un sasso e dentro un foco:
  14Spetrami, o donna, in prima, e poi m’ancidi.


    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:22|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.