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10.

Al signor Fulvio Viani.


Mira, Fulvio, quel sol di novo apparso
  Come sua deità ne mostra fuore!
  Mira di quanta luce e quanto ardore
  4Quest’aere intorno e questa terra ha sparso!
Qual dea l’inchina tu, ch’angusto e scarso
  Fôra a’ gran merti suoi mortale onore:
  Io per me vo’ ch’anzi l’altar d’Amore
  8Le sia in vittima il cor sacrato ed arso.
Ed or dentro la mente un tempio l’ergo
  Ove sua forma il mio pensier figura
  11E di Lucrezia il nome incide e segna:
E in guardia eletta di sí degno albergo
  Sederà la mia fé candida e pura
  14Perch’a gli altri desir rinchiuso il tegna.


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