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187.

Dice di non aver conosciuta la sua donna in maschera

a gli occhi abbagliati dal soverchio lume.


Eran velati i crespi e biondi crini,
  E ’l bel vermiglio e candido colore,
  E la bocca che spira un dolce odore
  4Fra perle orïentali e fra rubini;
E breve spazio dentro a’ suoi confini
  Rinchiudea maestà, grazia ed onore;
  E solo in voi si discopriva amore
  8E da voi saettava, occhi divini;
E tanto m’abbagliò la vista ardita
  Che pien di maraviglia e pien d’oblio,
  11Non conobbi lo stral né la ferita.
Lasso, deh chi m’inganna? — allor diss’io; —
  Lumi sereni de l’oscura vita,
  14S’erro, vostra è la colpa e ’l danno è mio. —


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