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188.
Nel medesimo soggetto.
Quel dí che la mia donna a me s’offerse
Sotto mentite larve ad arte incolta
Non la conobbi in quella guisa involta
4Quando gli occhi leggiadri in me converse,
Ch’a lo splendor fui vinto e no ’l sofferse
L’alma, ch’in lei s’è trasformata e volta;
E l’alma luce in sé medesma accolta
8Ne’ suoi raggi s’ascose e ricoperse:
O pur Amor, che li rivolge in giro,
Prese nove sembianze e nove inganni,
11Volle a me far sí come a gli altri ei suole.
Era finto l’andare e i passi e i panni
E vera la vergogna, ond’io sospiro
14Me stesso e lei che mi fe’ cieco al sole.
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