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220.


Sdegno gentil, che con nov’armi e novi
  Modi il mio cor sí dolcemente assali,
  Ch’or lo spaventi or l’assicuri, e tali
  4Son gli affetti ch’in lui senti e commovi;
Quel piacer ch’in altrui sempre rinnovi
  Fin che piú dove impetuoso sali
  Le tue forze raddoppi e ne’ miei mali,
  8Senz’altro schermo, ognor pronto mi trovi;
Onde, mentre talor l’amaro mesci
  Nel mel ch’amando di gustar m’è dato,
  11La dolcezza d’Amor temprando accresci;
Torna dunque a ferirmi al modo usato:
  Ché via piú quanto impetuoso cresci
  14Tanto il rigor d’Amor mi par piú grato.


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