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226.
Mentre ch’armaste d’alterezza e d’ira,
Bella guerriera mia, l’alma e ’l sembiante,
Me ’n dolsi in guisa che nessuno amante
4Per sí giusta cagion tanto sospira,
Né disprezzo ed orgoglio egual rimira
In vaga donna: pur fui sí costante
Che, rotto quel diaspro e quel diamante,
8Amor nova pietade al cor vi spira;
E mansueta il mio doglioso affetto
Volgete in lieto, e via maggior la gioia
11Fa la memoria de l’amare pene:
E ben or provo quel ch’alcuno ha detto,
Che dopo lungo affanno e lunga noia
14Amoroso piacer piú caro viene.
227.
Lingua crudel, che saettasti i detti
Che mi passàr come quadrelle al core,
Ben di tòsco mortal li sparse Amore
4E tutti in me n’avvelenò gli affetti;
E la mia speme amara e i miei diletti
Fece il novo amarissimo dolore;
E ’l rimedio ne cerco ed ho timore
8Che tuo novello stral non mi saetti:
Onde la mente mia devota e vaga,
Perch’amando desia d’esser amata,
11Non ardisce scoprir quel ch’ella vuole.
Deh! quando il duolo in me d’ogni mia piaga
Che fu sí mortalmente avvelenata
14Tempreran le dolcissime parole?
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