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243.

5.


Fuggía di poggio in poggio
  La mia dolce nemica,
  Ed essa mi seguia bella e pudica.
  Al fin mi giunse tra l’erbette e l’acque
  5E mi trafisse il core e non mi spiacque,
  Perché dir non saprei
  S’ebbi vita piú dolce o morte in lei:
  Ma vita se parlò, morte se tacque.


244.

6.


Qual cervo errando suole
  Fuggir saette o dardi,
  Io fuggiva i begli occhi e i dolci sguardi
  Fra l’erbe e le vïole,
  5Quando costei mi giunse e col suo riso
  Non pur con le parole
  Vita e morte mi dié cosí gradita:
  Morte perché diviso
  Fui da me stesso, e vita
  10Perché l’alma felice è seco unita.


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