< Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

— 392 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:400|3|0]]

353.


Già fui caro agli occhi tuoi,
  O mio sole;
  Vissi lieto del tuo amore,
  Del mio ardore;
  Or che piú non m’ami
  6Com’esser può che mai piú viver brami?
Tu pur vedi il pianto mio,
  O mia gioia,
  Sai ch’io t’amo, ch’io t’adoro,
  Ch’io mi moro,
  E mi sei crudele!
  12Questa è mercè de l’amor mio fedele?
Ma se godi del mio male,
  O mio bene,
  Son contento di languire,
  Di morire,
  S’io vedrò che poi
  18Il mio morir sia caro a gli occhi tuoi.


354.


Occhi miei mal accorti,
  A gran ragione di voi sol mi doglio,
  Ché voi sete cagion del mio cordoglio.
  Per voi, sol che mirate,
  5Io son ferito da lo stral d’Amore,
  E per voi se ne va veloce al core:
  Dunque voi nel mirare
  Siate piú accorti, perché non conviene
  Ch’io di vostro gioir porti le pene.


    [[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Tasso - Rime d'amore.djvu{{padleft:400|3|0]]

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.