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Sani i piagati petti,
E ne’ cor, per timor gelati e morti,
Desti spirto di speme aure vitali. —
90Oh fortunati mali!,
Diranno poscia: oh liete e care morti!
Né piú gli amanti accorti
Temeran di ferita,
Ma di morir per sí mirabil piaghe
95Farà l’anime vaghe
Un bel desio di rinnovar la vita. —
Cosí le parla, e con faconda lingua
Lusinga insieme e prega,
Ch’al fin si volge ogni femmineo ingegno.
100Ma, che rileva a me, se ben si piega?
Cresca pure ed estingua
Gl’illustri amanti il suo superbo sdegno:
Me, nel mio stato indegno,
L’umil fortuna mia sicuro rende.
105Vil capanna dal ciel non è percossa,
Ma sovra Olimpo ed Ossa
Tuona il gran Giove e l’alte torri offende;
Quinci ella esempio prende.
Ma tu, mio caro oggetto,
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